Non è dunque più maraviglia che cotesti elevatissimi conduttori, ma mancanti della fiamma, e nella cattiva disposizione in cui altronde si trovano riguardo all’isolamento, ne’ giorni massimamente umidi, non diano sovente alcun segno di elettricità, neppure ricorrendo alla boccetta di Leyden e al condensatore, in tempo che il nostro piccolo apparato da tasca non manca di darne in luogo men alto, sopra una terrazza ex. gr. della medesima casa, innalzandolo alla semplice maniera del Sig. di Saussure; o, se non basta, aggiugnendovi, alla mia maniera, il zolfanello acceso; e in caso di necessità, ricorrendo al condensatore.
A proposito del qual condensatore, riflettendo sù tuttociò che ho esposto fin qui, m’accorgo d’avere, senza che tale fosse il mio assunto, soddisfatto intieramente a quanto l’Accademia di Harlem domandò pochi anni sono, proponendo per soggetto di un premio di determinare il vero e proprio uso del condensatore per esplorare l’elettricità atmosferica: alla qual domanda in vero non sò che alcuno abbia ancora risposto come conviene. Bisogna confessare, che i giudizj che si sono portati sopra quest’istrumento sono andati troppo in là, trascorrendo a due estremi opposti. Chi ha vantato ed esaltato il condensatore oltre il dovere, e chi ha mostrato di diffidarne troppo. Per me, con tutta la propensione che non si può non avere per una invenzion propria, mi sono studiato di prendere una via di mezzo, e credo aver ridotta la cosa al suo giusto valore. Non ho punto dissimulato, che quest’instrumento può indurci in errore, qualor si tratti di osservazioni comparate, atteso che molte circostanze di lor natura molto variabili fanno variare altresì (mi sia lecito di così esprimermi) la di lui virtù condensatrice.
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