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      Cominciando dunque dall’elettricità di ciel sereno, e in tempo d’estate, in cui è la più debole di tutto l’anno, dirovvi, che non l’ho trovata mai minore, neppur alla notte, di 3 gradi del mio elettrometro a paglie sottili: che poco dopo il mezzo giorno suol essere di 5 o 6: e all’entrar della notte di 8, ed anche più, a norma della rugiada.
      A cielo coperto, anche senza apparenza di temporale, qualche volta ho avuto segni di elettricità più forti; d’ordinario però sono stati più deboli assai che col sereno, fino a non averne punto di sensibile in qualche ora soffocata, e a dover ricorrere al condensatore per ottenerne. Ma questo caso è rarissimo, nè dura mai che brevissimo tempo cotal languore dell’elettricità, e per lo più accade soltanto nel passaggio dall’elettricità positiva alla negativa, o viceversa, che ha luogo allorchè è imminente la pioggia e già comincia, oppure che cessa dal piovere.
      D’inverno a ciel sereno, e massime durante il gelo, ho ottenuto sempre col mio apparato segni di gran lunga più forti, comunemente da 10 gradi fino a 20: rare volte meno di 8 nelle ore poco propizie della notte avanzata, e in sull’aurora. A cielo poi coperto, sebben fossero sovente più deboli, non lo furono mai tanto come in estate, fuorchè immediatamente avanti la pioggia, o alla prima sua comparsa, in cui li vidi similmente cessare, e dar luogo all’elettricità di specie contraria, cioè alla negativa, che accompagna d’ordinario la pioggia.
      Resta a parlar delle nebbie. In queste osservai sempre un’elettricità straordinariamente forte, e più forte in ragione ch’eran più dense, e massime se il tempo era freddissimo, e gelava, e più ancora se la nebbia sentiva d’odore.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382