Ma chi conosce come non sono questi servibili in ogni tempo, chi sa dipiù l’imbarazzo che portan seco, e la difficoltà di maneggiarli per cotest’uso specialmente, chi vede infine la poca esattezza che da essi ci potiam promettere nel dinotare i gradi dell’elettricità atmosferica, attesa la grande loro instabilità, può egli non riconoscere la superiorità del mio apparato? di un apparato tanto più semplice, sì comodo, e facile a maneggiarsi dovunque e sempre, tale che l’esperienza non manca mai, e, ciò che più rileva, esattissimo nel segnare i giusti gradi d’elettricità che possiede l’aria in quel dato luogo, e a quella data altezza a cui si fa arrivare.
Ma non più di questo. Sono ec.
LETTERA QUARTA21
Il fenomeno della fiamma, che riceve e tramanda l’elettricità dell’aria, sia vaporosa, sia secca, con una facilità e prontezza che non ha pari, dee sembrare al certo sorprendente, e, confesso, che io medesimo non m’aspettava tanto, quando m’avvisai d’impiegare a tal uopo la fiamma22. Or quanto il successo superò le mie speranze altrettanto fui eccitato a porre ogni maggiore studio nell’esame di un fenomeno siffatto; nè andò guari, che tutta ne scopersi la ragione e il modo, come giudicar potrete, mio caro Signore, dall’esposizione, che vado a farvene in questa lettera. Prima però soffrite, ch’io vi trattenga alcun poco intorno ad un’idea, che volgo in capo: è questa il progetto di un’esperienza, che amo appunto di comunicarvi avanti d’accingermi a tentarla.
Veduto quali e quanti vantaggi io posso ritrarre dalla fiamma e dal condensatore, per raccorre l’elettricità sparsa, e da impercettibile affatto renderla sensibilissima, io penso ora colla scorta di tali presidj di sottoporre alla prova i vapori dell’acqua bollente, ed anche non bollente, introdotti ed accumulati, nel modo che troverò meglio convenire, in una grande ed alta sala, siccome pure altre specie di vapori e di fumi, che vi farò salire in copia, più o men grande.
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