La stessa cosa debbe intendersi delle particelle d’aria, che trovansi in contatto di un corpo, da cui emana l’elettricità: la corrente d’aria, ossia venticello elettrico, che si eccita su tal punta favorisce e promove infinitamente codesta emanazione, e dispersione d’elettricità, non altrimenti che promove e favorisce l’assorbimento, che ne fa, come or ora vedemmo la punta presentata all’atmosfera elettrica.
Abbiam supposta fin quì un’elettricità positiva, ossia in più, ma è facile il comprendere, che il venticello, e quindi la trasfusione continua avran luogo parimente per l’elettricità negativa o in meno se si rifletta che simile venticello è un giuoco, dirò meglio, un effetto necessario dell’attrazione e ripulsione elettrica, le quali forze, com’è noto, operano egualmente nell’una e nell’altra specie di elettricità.
Dopo una tale spiegazione, e premesso, che la fiamma, non altrimenti che ogn’altro corpo fortemente riscaldato, e massime portato all’incandescenza, è un ottimo conduttore, si fa chiaro da se ch’ella debbe rubare l’elettricità all’aria, e a qualsisia altro corpo elettrico, egualmente bene, anzi meglio assai che una punta metallica la più fina: ciò, dico, si fa chiaro, qualor si consideri che la fiamma eccita per se stessa una corrente d’aria più forte e più seguita di quella che può eccitare la sola elettricità su di una punta qualunque. Aggiugnete, che non solamente il corpo della fiamma è conduttore, ma che il di lei vivo calore rende tale, o almeno non così coibente l’aria medesima, di mano in mano che vi accorre, e giunge a lambirla; di maniera che si trova essa aria molto più disposta a deporvi del fluido elettrico, od a prenderne, secondo il bisogno, a norma cioè del suo stato di elettricità positiva, o negativa.
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