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      Sebbene per aver un confronto più esatto, e rappresentare appuntino coll’elettricità artificiale ciò che la naturale atmosferica ci ha fatto vedere intorno alla prevalenza della fiamma sopra le punte, converrebbe porre in parità di circostanze l’una e l’altra elettricità, cioè ridurre l’artificiale ad agir entro all’aria nel modo stesso con cui vi agisce la naturale, e con una forza pari a quella, che d’ordinario ne fa sentire a pochi piedi da terra: la qual cosa non è punto difficile ad ottenersi. Basta spandere per mezzo di una buona macchina, e d’una o più punte annesse al di lei conduttore, tanta copia di elettricità nell’ambiente di una stanza, che basti ad elettrizzarne l’aria più o men vaporosa a segno, che essa aria valesse a muovere di qualche grado un elettrometro sensibile, portatovi dentro. Allora facendosi sopra a quest’aria elettrizzata artificialmente le medesime prove che abbiam vedute sull’aria naturalmente elettrica della libera atmosfera, ora cioè coll’elettrometro armato della semplice verga acuminata, ed ora col medesimo fornito inoltre della fiammella, troveremmo quì pure nell’ambiente della stanza, come già trovammo nell’aria aperta, una superiorità la più decisa dalla parte della fiamma in assorbire l’elettricità sparsa 27.
      E quì permettete, o Signore, che io mi trattenga a considerare più particolarmente il giuoco di quest’aria elettrizzata, sia naturalmente, sia artificialmente, attorno alla nostra fiamma. Primieramente la porzione d’aria, la qual penetra nella fiamma medesima, e fa corpo con essa, e quell’altra che si trova al contatto immediato, cambiandosi pel forte calore onde sono investite da coibente più o men perfetto che erano, in conduttore perfetto, non altrimenti che tramutasi in buon conduttore il vetro stesso, ove venga fatto rovente, e tali pure diventano gli altri isolanti anche per un calore meno intenso: anzi è da riflettere, che a indurre tal mutazione si ricerca minor calore per l’aria, che per qualsivoglia altro coibente, stante la fluidità della medesima, e la sua grande espansibilità, e atteso massimamente che la rarefazione sola, portata a un certo segno, basta senza calore di sorta, a render l’aria deferente.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382