Pagina (132/382)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Le punte adunque, che non hanno virtù alcuna di assorbire l’elettricità dell’aria, s’ella è assai debole (come suol essere d’ordinario, eccettuati i temporali, ne’ bassi strati dell’atmosfera, e il più delle volte anche ad un’altezza considerabile), non l’hanno neppure per qualsivoglia elettricità più forte, se non in quanto si trovan nude e sporgenti dal corpo a cui appartengono. Coprite una punta metallica, richiudetela o involgetela comunque con altri corpi, senza pure che la tocchino, in modo soltanto, che più ella non risalti; vedrete, che già più non giuoca come punta, che non ha più alcuna virtù di attrarre l’elettricità, come se neppure vi fosse tal punta. La cosa è ben diversa colla fiamma, la quale rinchiusa in una lanterna, o in altro modo, sol che vi abbia ingresso e uscita l’aria (senza di che neppur si manterrebbe viva essa fiamma), attragge l’elettricità, e se n’imbeve, non altrimenti che se rimanesse all’aperto, siccome mostrano le mie sperienze fatte appunto coll’apparecchio a lanterna descritto nella lettera precedente. La ragione di ciò si presenterà da se medesima a chi vorrà riflettere un momento alla spiegazione già data, a cui serve di una chiara conferma. Non abbiam noi mostrato, che tutto dipende da un giuoco dell’aria, la quale con perpetuo moto accorre alla fiamma, e meschiandovisi in parte, e in più gran parte lambendola, vi diviene pel forte calore che ne contrae, da coibente che era, un ottimo deferente, atta perciò a deporvi l’elettricità sua? Se ciò è, come non vi ha più luogo a dubitarne, tosto che l’aria ha accesso alla fiamma nella lanterna, e circolar vi può, non si ricerca di più.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382