A compire il confronto tra la virtù della fiamma e quella delle punte, non sarà inutile trattenerci anche un poco a considerare un conduttore atmosferico senza fiamma, il quale regnando nell’aria la solita elettricità più o men blanda (fuori cioè de’ temporali, di qualche rovescio d’acqua o caduta di neve, in cui sorga a straordinaria forza) risente semplicemente l’azione dell’atmosfera elettrica. Siffatto conduttore non lascia, abbenchè nulla gli s’infonda realmente di quella elettricità che domina nell’aria o serena o nebbiosa o nuvolosa, in cui trovasi immerso, non lascia di darci dei segni, sovente molto sensibili e proprj a indicarne non solamente l’esistenza, ma ben anco la specie dell’elettricità che vi regna: testimonio le belle sperienze di Cavallo, di Saussure 29 ec. coll’elettroscopio atmosferico portatile, delle quali ho parlato nella lettera 2.ª Ma questi segni, puri effetti dell’azione di cotal atmosfera elettrica, di un’elettricità accidentale, o, com’altri dicono, di pressione, restano molto al disotto del grado di elettricità reale, che ha l’aria colassù, dove arriva la punta del conduttore, e non rappresentano per conseguenza la forza vera, il giusto grado di codesta elettricità; come ne viene rappresentato puntualmente dal medesimo elettroscopio, allorchè coll’aiuto della fiamma non risente solo, ma bee effettivamente e s’appropria l’elettricità, fino al segno di ridursi ad un perfetto equilibrio con essa aria, come ho diffusamente spiegato. Siano es. gr. i segni di codesta elettricità contratta e imbevuta realmente dall’elettroscopio mercè della fiamma, portati a 6 o 8 gradi, non si avranno più, ove manchi la fiamma, e quindi non abbia luogo la reale trasfusione dell’elettricità, ma la sola azione dell’atmosfera elettrica si faccia sentire, e occasioni soltanto l’elettricità accidentale ossia di pressione, non si avranno più che 2 o 3 gradi.
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Cavallo Saussure
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