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      Questi corpi rubano più o meno dell’elettricità aerea, secondo l’ampiezza del lor volume, l’elevazione in cui si trovano, e la lor natura deferente: in difetto di essi anche la pianura, e le rase campagne ne portan via la loro parte; nè già nel solo strato d’aria contigua avviene cotal perdita di elettricità; ma va mano mano estendendosi ai vicini; con molta lentezza, se l’aria è tranquilla: con minore s’ella è agitata in modo che si rimescoli uno strato coll’altro. Ecco perchè vicino a siffatte eminenze, alle case, agli alberi, nelle valli anguste, tra le muraglie di una corte o di un giardino men ampio ec. i segni dell’elettroscopio atmosferico riescono incomparabilmente più deboli, che in luogo aperto e libero, fino ad essere talvolta insensibili anche coll’ajuto della fiamma, se non si ricorre inoltre al condensatore: ecco perchè riescono del pari deboli e insensibili codesti segni eziandio in mezzo di una rasa campagna, e fin sulla sommità di una collina, se si tiene l’elettroscopio troppo vicino a terra, ove l’aria è spogliata quasi per intiero di elettricità. Ma perchè non si spoglia alla fine tutta strato per istrato nell’ampio seno della terra? La ragione è, che se ne produce ognor di nuova da nuovi vapori, che salgono ec.
      Allorquando l’aria, per essere molto umida, si trova poco isolante, ben si vede che verrà a deporre con minore difficoltà, e men lentamente la sua elettricità, comunque debole. Ad ogni modo non la depone ancora nel conduttore puntuto o non puntuto del nostro elettroscopio atmosferico con quella prestezza che richiederebbesi per far salire, distrutta a bella posta l’elettricità accidentale di 6, 8, 10 gradi per es., la reale neppure a 3 gradi.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382