Or che sarà, se tal condensazione di vapori accada in alto, e formi l’ammasso nebuloso lungi da terra, ed isolato da ampio strato d’aria non molto umida? A qual forza non salirà l’elettricità in questo nuvolo, che non può, come le basse nebbie, alleggerirsi di continuo della strabocchevole dose di fluido elettrico? ad una forza, che non è concepibile. Non fia dunque meraviglia, che tenti in altre guise più strepitose lo sfogo, tuonando, fulminando ec. Ma non voglio quì entrare in questa materia, su di cui avrò a trattenervi, o mio Signore, nelle altre lettere consecutive. Or è tempo di por fine alla presente.
Sono ec.
LETTERA QUINTA40
Fin quì, mio Signore, esaltando il gran potere della fiamma, la sua virtù incomparabile di succhiare l’elettricità qualunque sia dall’aria e tramandarla a’ conduttori contigui, non ne ho fatto l’applicazione che alle sperienze dirette ad esplorare, o coll’Elettrometro atmosferico portatile, o con altro apparato l’elettricità di ciel sereno, quella delle nebbie, delle pioggie e sibbene de’ temporali; e ciò al solo ed unico fine di fare delle osservazioni, che servir possano ai progressi della Meteorologia elettrica. Ma non potrebbesi ricavarne un altro vantaggio, a giudizio di molti più considerabile, un utile economico, quello cioè di dissipare in gran parte l’elettricità furiosa de’ temporali che minacciano le nostre campagne, e le nostre case? Cosa non ci prometteano i conduttori Frankliniani, o piuttosto gli encomiatori entusiasti di questa in vero stupendissima invenzione, non solamente riguardo al dirigere con sicurezza il fulmine, in caso ch’ei venisse a colpire il conduttore medesimo, e al condurlo quinci innocuamente sotto terra (ciò che incontra, sebbene a torto, de’ contradditori); ma per cotesto oggetto pur anche di scaricare in silenzio l’elettricità delle nubi temporalesche?
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Elettrometro Meteorologia Frankliniani
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