Così è, direbbe: gli Antichi, ma quelli solo de’ tempi rimotissimi, conoscevano tutte queste cose dell’elettricità atmosferica, e de’ mezzi di dissiparla; giacchè allorquando abbandonati gli altari campestri s’avvisarono gli Uomini ne’ secoli posteriori di costrurre ad oggetto di pompa de’ Templi, e di collocarvi l’are e i fuochi dei sagrifizi, di abbruciarvi gli incensi odorosi ec. avean essi già perduto di vista il principale scopo, che fu nella sua origine, e ne’ primi tempi, di far ascendere direttamente queste fiamme e questi fumi alla regione delle nubi, per mantenere la calma e la pace tra il cielo e la terra, nel linguaggio religioso, e nel linguaggio fisico per facilitare la diffusione e l’equilibrio dell’elettricità, cotanto terribile allorchè vi si trova molto sbilanciata. Ciò nondimeno, siccome ne rimane sempre qualche cosa delle scoperte antiche, avvegnachè cadute in oblivione, e se ne trovano sovente de’ vestigj in certe pratiche divenute in progresso di tempo inintelligibili; ed essendo che dovette (a giudizio del nostro Erudito) esser nota agli Antichi de’ primi tempi eziandio la virtù delle punte, e de’ conduttori metallici continuati senza interruzione fino a terra, per garantire gli edifici dai danni del fulmine, ecco (soggiugnerebbe egli), che ne fu fatto il miglior uso nella costruzione del famoso tempio di Gerosolima (intendasi sì del primo fabbricato da Salomone, che del secondo ai tempi di Erode), il cui tetto coperto tutto di lamine d’oro, ed irto di puntute spranghe dorate, avea ampie comunicazioni metalliche fino a terra per mezzo di altre simili lamine che lo vestivano, e per mezzo di canali prolungati fino a delle cisterne che vi avean sotto.
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