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      Ora, se il residuo (facciam quì di passaggio una riflessione) è ancora così grande, che l’apparato intiero, cioè il fornello col suo sostegno, e un lungo filo metallico che mette capo all’elettrometro, tutti questi corpi, dico, divengono elettrizzati negativamente talvolta di 8 di 10, ed anche più gradi, in meno d’un minuto; in conseguenza per una piccolissima quantità di vapori tramandati, per la volatilizzazione di alcuni grani solamente di materia, che perdono in tal tempo due o tre carboncini abbrugiando lentissimamente; quanto grande non sarà la quantità di fluido elettrico ch’una massa di vapori considerabile può involare, e quella che involano realmente alla terra i vapori che si sollevano da tutta la sua superficie? E chi più ritrarrà sorpreso, che una tale evaporazione comunque tranquilla e lenta, possa somministrar materia all’elettricità sparsa in tutta l’atmosfera, e alle più terribili meteore?
      Tornando alla forma del vaso, in cui ardono i carboni, io vado innanzi, e dico; che la supposizione, che tal forma non influisca per se stessa alla produzione dell’elettricità, non è poi vera affatto. Sì Signore, io sostengo che v’influisca benissimo; ed ecco come: le alte pareti del fornello tenendo raccolto quel poco d’aria che vi circola, riducendolo cioè a una colonna stretta; danno mano alla produzione dell’elettricità, perciò che somministrano alle parti volatilizzate, ai vapori elastici che slanciansi dal fondo del fornello, quella parte del fluido elettrico, di cui essi vapori hanno tuttavia bisogno per satollarsi, per riempiere la nuova capacità acquistata.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382