È, dico, facile il concepire, che il fluido elettrico assoggettato a queste forze si comporti di tutt’altra maniera che l’ordinaria dei fenomeni elettrici, in cui agisce in vigore di pressione e di espansibilità; che operi allora di una maniera a noi per anco non ben conosciuta; non altrimenti che il flogisto, il fluido igneo, la luce, molto più analoghi ancora al fluido elettrico che l’aria od altro fluido, oltre il giuoco che hanno nell’infiammazione e in altri fenomeni di questo genere, in cui campeggiano, dirò così, a faccia scoperta, producono diversi altri effetti meno appariscenti, ma non meno reali, mercè della loro aderenza e combinazione colle particole de’ corpi, concorrono cioè a costituire le loro proprietà specifiche, a dar loro abito e forma diversa. Così è: il fluido igneo e il flogisto, indipendentemente dai fenomeni del calor sensibile e delle combustioni, modificano in molte altre guise i corpi a cui s’attaccano; cambiano singolarmente la loro aggregazione, rendendoli da solidi e fissi, liquidi, volatili, aeriformi. Or il fluido elettrico, quell’agente non men universale del fuoco e del flogisto, e che ha tanti altri rapporti coll’uno e coll’altro, vorrem dire che sia limitato alle sole funzioni dell’elettricità viva, movente, e che ne dà nell’occhio; e che per nulla intervenga a modificare sostanzialmente i corpi? E coll’occasione che ci si presenta egli da se, senza andar a cercarlo da lontano, opportunissimo come sembra per modellare i vapori vescicolari e dar loro le ali vestendoli d’un leggier velo; non ne terrem conto, non gli assegneremo almen per ipotesi tal impiego?
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