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      Questa macchina (tralasciando quì la descrizione, e l’uso della medesima) presenta il seguente fenomeno in vero sorprendente, e degno quant’altro mai dell’attenzione de’ Fisici. Girata una certa chiave, per cui schizza acqua ed aria a un tempo con grand’impetuosità, e si sparpaglia quella a meraviglia; e presentato di contro a cotale spruzzo un cappello, un fazzoletto, o simile, questo in breve si copre d’una crosta di ghiaccio grossa più d’una linea. Eppure l’acqua e l’aria rinchiusa nel recipiente non è molto fredda, anzi ha la temperatura di circa 10 gradi Reaumur giusta quanto riferì l’ex-Gesuita Poda vecchio Professore di Meccanica a Schemnitz al suo Consocio Herbert già Professore di Fisica a Vienna53. Quale e quanta dunque debb’essere l’evaporazione di quel getto d’acqua, tramescolato d’aria; quale e quanto il freddo prodotto, se arriva a congelare tanto prontamente le gocciole d’acqua dianzi sì poco fredda! Or non voglio già che sia così grande a proporzione nelle cascate d’acqua: mi basta solo che il raffreddamento sia anche quì molto considerabile, siccome l’evaporazione rapida e copiosa; perchè abbia a nascere altresì un’elettricità negativa assai forte, coerentemente alla mia teoria; e in una maniera analoga, cioè mediante l’inghiottimento che fanno i vapori elastici del fluido elettrico, non meno che del fluido calorifico, rendendo l’uno, e l’altro latenti nel senso che si è digià spiegato.
      Se alcuno obiettasse, che la colonna d’acqua che cade parte in massa, parte in gocciole divise, essendo un corpo conduttore, potrà ricuperare di mano in mano a spese della terra, su cui batte, quella dose di fluido elettrico, che i detti vapori spiccati dal suo seno le involano; risponderei che è ben lungi, che tal colonna d’acqua cadente si rifaccia per intiero delle continue sue perdite.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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