Per quelle materie, che si possono avere in massa, riesce assai meglio l’esperienza alla mia maniera, che è di limare il corpo, o raschiarlo con coltello od altro, e le raschiature che cadono riceverle immediatamente nel piatto isolato. Con questo mezzo, lasciando da parte il solfo, le resine ec. ottimi idioelettrici, e che perciò si elettrizzano benissimo anche stropicciandoli al consueto modo in massa, e parlando solamente degli altri corpi che alla solita maniera, siccome men buoni idioelettrici, si elettrizzano difficilmente e poco, quali sono la cera, il sego, il cioccolatte, la canfora e simili; dirò, che ottengo delle scintille, tosto che ho lasciato cadere poche raschiature di cotesti corpi sul piatto metallico isolato; e che ne ottengo pur anco, o se non scintille, de’ segni elettrici abbastanza marcati, trattando in simil modo altri corpi riconosciuti più per conduttori, che per idioelettrici, cioè legni ed ossi mediocremente secchi, allume, gesso cristallizzato, zucchero ed altri sali, marmo e diverse altre pietre, mattoni e calcinaccio secco, crosta di pane, biscotti ec. Questi ed altri corpi, che strofinati in massa appena è che concepiscano qualche debolissima elettricità, e che per lopiù non danno il minimo segno, questi, dico, raschiati e raccolte le loro raschiature, come si è indicato, in copia sufficiente sul piatto isolato, vi recano un’elettricità più che sensibile; quale elettricità manifestano essi stessi i frammenti o polveri, ripellendosi visibilmente, e sparpagliandosi in quella che cadono.
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