Ritornando ora all’acqua in istato liquido, e allo strofinamento delle sue minutissime goccie e dei suoi vapori vescicolari contro l’aria, non dovrà sembrare più cotanto strano, dopo le addotte sperienze sulle raschiature e polveri di tanti corpi riconosciuti più per conduttori che per coibenti, e perciò tenuti comunemente per anelettrici, le quali polveri e raschiature pur si elettrizzano assai bene col venire strofinate; e dopo le prove singolarmente sopra il ghiaccio e la neve in polvere; non dovrà, dico, sembrare ormai più strano, che quelle goccie finissime, emule in certo modo della polvere, e quei vapori che si slanciano dal seno delle grandi cascate d’acqua, fendendo l’aria e strofinandovisi vivamente, ne sortano, non altrimenti che dette polveri e raschiature, in virtù di cotale stropicciamento, elettrizzate. No: questa non è, come potè sembrare a prima giunta, un’idea stravagante; nè, secondo mi son già espresso al principio di questa aggiunta, ardirei più di pronunciarla insostenibile affatto; sebbene ella abbia contro di se le seguenti osservazioni, che la rendono per lo meno molto improbabile.
E primieramente addurrò l’esperienze colla neve e col ghiaccio stesso spolverizzati, nelle quali osservai, che se non eran ben secchi, se cominciavano appena a fondersi, per quanto gli spignessi con impeto fuori del manticetto, non mi diedero mai il minimo segno di elettricità. Or questo è una prova di fatto, che solamente in istato solido e talmente solido che non l’involga alcun velo liquido, può l’acqua, strofinandosi con checchesia, divenire elettrica.
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