Son dunque egualmente notabili, e la virtù del ghiaccio di elettrizzarsi esso medesimo per istropicciamento, cioè con un’attrito che giunga all’abrasione; e quella dell’acqua d’impedire in qualsivoglia corpo, ov’ella s’insinui, l’eccitamento dell’elettricità pegl’istessi mezzi dello stropicciamento e dell’abrasione. Ma che diremo dell’altro stato della medesima acqua, sì diverso dai due sotto cui l’abbiamo esaminata, che è quello di vapore elastico? Che diremo di questo vapore in certo modo aeriforme e secco? Che possa, o no elettrizzarsi per istropicciamento? E se sì: collo stropicciarsi soltanto contro a’ corpi solidi; oppur anche contro l’aria?
Troppo ardito invero sarebbe il negare assolutamente la possibilità di queste supposizioni, quand’anche fosser destituite d’ogni verisimiglianza, e lontane da qualunque analogia; la qual cosa non è: che anzi, se non vi hanno fatti dimostrativi, non mancano però delle buone congetture fondate sopra esperienze, che indur potrebbero ad ascrivere appunto allo strofinamento, che incontrano i vapori elastici, l’elettricità, che per l’evaporazione medesima si produce; e sono quelle stesse sperienze riportate nella lettera precedente con tutte le loro particolarità, e col ragguaglio delle circostanze che più favoriscono cotal eccitamento dell’elettricità per opera dell’evaporazione artificiale. Si comprende in tal supposizione perchè il lento abbruciar de’ carboni in un fornello elettrizzi questo, in un col resto dell’apparecchio isolato, più bene che qualsivoglia evaporazione d’acqua, di spirito di vino, o d’altro liquore: egli è, che i vapori secchi che tramanda il carbone bruciando, le sue emanazioni elastiche, vengono a strofinarsi vigorosamente contro l’aria parimenti secca, in cui si sollevano con rapidità; laddove i vapori elastici ma non permanenti dell’acqua ec., si strofinano essi pure, ma già in parte disfatti, ma entro un’aria resa da essi molto umida.
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