Convengo di buon grado, che il tutto fin quì si spiega con eguale facilità, ed anche maggiore, che nell’altra mia supposizione, con cui stabilii, che in tali emanazioni elastiche risulti, appunto per cotesta loro novella forma, maggior capacità di contenere il fluido elettrico; e quindi ne nasca una naturale esigenza, per soddisfare alla quale rapiscano a’ corpi medesimi onde si spiccano, a quelli che incontran salendo, e all’aria medesima che attraversano, una dose di fluido elettrico; cui vadano poi dismettendo a misura ch’esse emanazioni elastiche, essi vapori si condensano ec.
Tale idea, che mi si presentò la prima, suggeritami dall’analogia della materia calorifica, o fluido igneo, di cui parimenti si arricchiscono i vapori elastici a spese de’ corpi evaporanti, tale ipotesi, dico, tutta mia, che esposi brevemente in un colle più ovvie applicazioni61, quando prima pubblicai le sperienze, con cui mi era riuscito di far nascere elettricità colla sola evaporazione, combustione ec., ipotesi, cui ebbi la compiacenza di vedere adottata dai primi Fisici, e che ho seguita in tutto il corso di queste lettere, non ho difficoltà di confessare, che sarei ora quasi per abbandonarla io stesso, e per abbracciare l’altra sovra esposta, che ripete semplicemente dallo strofinamento dei vapori elastici l’elettricità di cui si tratta; se osservazioni d’altro genere non rendessero sommamente improbabile quest’ultima opinione; e quella mia prima, oltre la bella analogia col calore già indicata, non comparisse eziandio più feconda di belle applicazioni, e consentanea ai fenomeni meteorologici; ond’è, che, tutto ben considerato, persisto a darle la preferenza.
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