Ma avendo di recente ripetute e variate tali sperienze, mi avvenne di osservare, che alcuna volta le dissoluzioni metalliche, da cui svolgesi l’aria infiammabile, in ispecie quella del zinco nell’acido vetriuolico diluto, elettrizzavano il vaso e tutto l’apparato positivamente; invece di elettrizzarlo al solito negativamente. Colle altre dissoluzioni che producono aria fissa, finora ebbi sempre elettricità negativa; ma chi sa col ripeterle e variarle ancora, che non incontri qualche nuova eccezione od anomalìa? Quello di cui posso promettermi un esito invariabile, cioè che dandomi segni di elettricità, siano di elettricità negativa, si è la combustione dei carboni, lo spruzzarli così ardenti d’acqua, e il tuffarli nella medesima. In queste sperienze che ho ripetute migliaja di volte, in cui l’apparato suol manifestare un’elettricità discretamente forte (assai più di quella che ottiensi colla semplice ebullizione dell’acqua), non è mai stata altra che negativa; e un sol caso contrario non mi è capitato ancora.
Or dunque cosa pensare di quei casi, in cui colla produzione dell’aria infiammabile metallica è nata nel vaso elettricità positiva? Quello che già esponemmo nella lettera sesta a proposito di una simile elettricità prodotta collo spruzzare acqua sopra il ferro e il rame roventi: cioè, che dall’alterazione che soffre il metallo e il menstruo, dalle decomposizioni e nuove combinazioni che si fanno, si genera per avventura, o si sviluppa nuovo fluido elettrico, il quale secondo che è in copia sufficiente a risarcire la dose che si porta via il fluido elastico aeriforme, od è maggiore, o minore di questa dose, fa che risulti l’elettricità nell’apparato o nulla, o positiva, o negativa.
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