Con ciò si rende facilmente ragione di simili anomalìe, e con ciò sembra che acquisti maggiore verisimiglianza la supposizione del Sig. De Saussure, che il fluido elettrico si generi effettivamente, e sia, conforme anche all’idea del Sig. Kirwan, una specie di aria infiammabile: io direi piuttosto (se m’inducessi ad adottare una tal generazione del fluido elettrico), che fosse non aria infiammabile propriamente, ma un fluido analogo in qualche modo, o tale che si genera in compagnia di essa.
      Checchè ne sia, che si generi nuovo fluido elettrico, o che si sviluppi soltanto il pria nascosto e combinato, torna sempre in campo la bella analogia col calore. In molte miscele e dissoluzioni sappiamo che svolgesi o si genera del caldo, che innalza di più gradi il termometro: come allorchè si unisce un acido alla calce viva, o ad un alcali caustico. Or se l’alcali non sia caustico, ma dolce, effervescente, e similmente sia la calce cruda e aerata, il calore che risulterà combinandosi tanto questa che quello coll’acido, fia di molto minore, talvolta nullo, e non di rado negativo, cioè fia che ne nasca un reale raffreddamento: come allorchè si versa dell’aceto, o un debole spirito di nitro sopra l’alcali volatile appunto effervescente. La ragione di ciò è, che l’aria fissa che passa allo stato elastico, e si svolge dalla calce aerata, o terra calcare cruda, e dall’alcali parimenti aerato, all’affondervi l’acido, quest’aria, dico, tirando a se e appropriandosi in grazia della grande capacità che acquista coll’assumere tale abito aeriforme, una gran quantità di fluido calorifico, diminuisce tanto il calore prodotto dalla combinazione dell’acido coll’alcali puro, o colla calce pura, che giugne in alcuni casi a rendere tal calore nullo, e fino a produr freddo, come nell’esempio quì sopra allegato.