Abbiamo dunque in tutte le effervescenze produzione e svolgimento di calore per un lato, e assorbimento del medesimo per l’altro; onde risulta, secondo che prevale questo o quello, un raffreddamento od un riscaldamento della miscela. Così pure abbiamo, se non in tutte le effervescenze, in alcune di quelle che svolgono aria infiammabile, quinci produzione o svolgimento di fluido elettrico, e quindi perdita del medesimo, per la porzione che si porta via detta aria, onde risulta elettricità positiva o negativa nel vaso che contiene la materia effervescente, secondo che è più il fluido elettrico svolto o prodotto, o quello che va via ec.
Comunque una tale spiegazione sia abbastanza fondata, e renda non forzatamente ragione delle anomalie, di cui si tratta, cioè dell’elettricità positiva prodotta alcuna volta da certe effervescenze, e più spesso dall’acqua che svapora in contatto del ferro e rame roventi, in luogo della negativa solita a prodursi in tutte le altre evaporazioni ed effervescenze; non voglio negare, che più semplice ed ovvia presenterebbesi un’altra spiegazione, qualora attribuir si volesse l’elettricità osservata in tutte le sperienze di questo genere allo stropicciamento de’ vapori elastici e dei gas. Allora anzichè incontrar noi obiezioni e difficoltà nella variazione di cotesta elettricità or positiva or negativa, vi ravviseremmo la maggior congruenza, conoscendo già per altre innumerabili prove, quanto soglia cambiare per poco dall’una all’altra specie l’elettricità eccitata per istrofinamento, massime ne’ corpi poco coibenti, massime nei tritumi e briciole de’ medesimi, nelle polveri ec.
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