Tale era l’andamento dell’elettricità per tutte le pioggie non temporalesche, dentro la prima mezz’ora, e dentro un’ora. Ma continuando a piovere per più ore, e delle giornate intiere, la stessa elettricità negativa cadeva e veniva meno quasi affatto: ciò non per altra ragione, se non perchè veniva per l’aria estremamente umida dissipata l’elettricità, qualunque ella si fosse; e non aveva quasi più luogo nuova produzion di vapori in seno di essa aria già satura di quelli. Pur se dopo qualche calma raddoppiava la pioggia, risorgevano i segni di elettricità negativa; siccome al contrario ripigliava l’elettricità positiva negli intervalli di cessazione.
E quì non posso a meno di far osservare, che coloro, i quali tanta virtù attribuiscono al fluido elettrico nella vegetazione, che tutto quasi fan dipendere da lui, la sbagliano in ciò che pensano venir tal fluido animatore portato giù dall’alto e infuso nelle piante per mezzo delle pioggie; quando il fatto stà, che ne vengono comunemente spogliate, anzichè arricchite, per risarcire l’elettricità negativa delle stesse pioggie. È bensì vero, che durante il sereno, e massime nelle ore della rugiada, coll’umido notturno, e più di tutto colle nebbie, smosso prima per l’azione dell’atmosfera premente il fluido elettrico proprio delle piante, vi s’insinua lentamente e continuamente quello, onde l’aria si trova ridondante; vi s’insinua per le lor cime, per la punta delle foglie, per le barbe delle spiche ec. e quì trasfondesi fino al terreno: ma al sopravvenir della pioggia muove egli men lento e in più copia in senso contrario, cioè dal suolo e dai tronchi alla cima delle piante.
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