Se mi riuscirà di sortir bene da questo labirinto, seguendo il filo de’ già posti principj, verranno questi a ricevere dal consenso dei fenomeni sempre maggiore verosimiglianza. All’incontro se le spiegazioni compariranno stentate, e, come si suol dire, tirate a forza, e i fenomeni poco coerenti; vacilleranno i principj medesimi, e mal si reggerà tutta la fabbrica. Io pertanto, che ne sono il debole architetto, non debbo giudicarne; che niuno è buon giudice in causa propria. Ma voi, mio Signore, letto che avrete e considerato questo mio scritto, e meditato, secondo le novelle viste che vi propongo, sopra i fenomeni di cui si tratta; voi sì perspicace, dotato di tanta sagacità e fino criterio nello scernere le cagioni vere dei naturali effetti, e che avete in niun conto le puramente ideali o supposte solo con leggieri fondamenti, voi giudicate pesatamente e con libertà di questi miei principj, teorie, e viste, quali esse si sieno, dite se vi paiano fondate, e che meglio quadrino coi fenomeni della grandine, ed altri che accompagnano i forti temporali, che non le spiegazioni finora recate dai filosofi; decidete infine tralle mie e altrui spiegazioni qual più vi appaga. Son certo che al vostro sano giudizio non potrà non conformarsi quello degli altri fisici illuminati e imparziali; e vi prometto che vi si conformerà, qualunque sia per essere codesto giudizio, favorevole o contrario, anche il mio: che non sono io poi tanto amante delle proprie idee, che non sappia, quando ragione il vuole, rinunciarvi.
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