Ma veniamo al proposito.
Si domanda in primo luogo d’onde venga, e come sia prodotto il freddo eccessivo, capace di agghiacciare quelle nuvole, che si dispongono a darci la gragnuola; che non sembrano sommamente alte, come, in virtù di sistema, han supposto comunemente i fisici, anzi il più delle volte appaiono piuttosto basse; e si scorgono bianchiccie ondeggiar pensili, e vagare sotto uno o più strati nuvolosi, densi e scuri; que’ nuvoletti in somma, cui i nostri esperti agricoltori temono tanto, e pallidi, tremanti sanno pur bene dinotare per quel che sono, per degli ammassi cioè di grandine bella e formata. D’onde mai viene un freddo sì intenso nel forte dell’estate, nelle ore del giorno più calde, in una regione d’aria che è cotanto inferiore alla regione propria del gelo?
A ben comprendere il valore di questa difficoltà, gioverà trattenerci qualche poco con alcune riflessioni sulla temperatura dell’atmosfera a diverse altezze. È noto, che a misura che si va più in su, si trova l’aria più fredda. Or in tutti i climi vi è tale altezza, a cui il gelo è sempiterno; e si forma dai vapori, anche in estate, neve, non mai pioggia. Ad altre altezze non così grandi, si strugge bensì nel sommo dell’estate una parte della neve caduta durante il rimanente dell’anno; ma non si strugge già tutta; poichè un calore che superi di 1 grado, o 2 ed anche 3 o 4 quello della congelazione, se non dura che pochi giorni o settimane, come succede appunto a quelle altezze di cui ora parliamo, non giugne a liquefare tanta neve ammassata.
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