Non è dunque possibile di ribassare dipiù cotesto confine delle nevi, che il Bouguer, il Gruner, ed altri dietro loro avean anzi fissato alcune centinaia di tese più alto.
      Or chi potrà sostenere, che sopra tale altezza di 1400 tese, calcolata la minore possibile, cioè alto perpendicolarmente da terra più di un miglio e mezzo d’Italia, si formino tutti i temporali, o le nubi almeno, che portan grandine? Certo se ne formano anche a maggior altezza, e fin sopra la cima delle montagne elevatissime, come le osservazioni degli abitanti dei loro contorni, e meglio di coloro, che vi son saliti, ce lo attestano; ma cento altre osservazioni ci assicurano del pari, che compaiono spesso de’ temporali assai più bassi, e fin sotto a’ piedi di chi trovandosi sopra montagne di una discreta altezza, di 1000 tese per esempio, ed anche solo di 800 e di 600 vi respira un’aria serena, e gode di un bel sole; come fin da principio abbiam fatto rimarcare. Se pertanto anche questi temporali portano talvolta grandine, d’onde mai, e come mai è nato in una regione sì poco alta e quindi temperata, quel freddo che ha potuto congelar i vapori, e formar tanta massa di ghiaccio? Abbiam pur ora veduto, che una regione d’aria cotanto fredda in estate, e nel nostro clima, a prenderla anche al più basso, comincia appena a 1400 tese da terra.
      Ma che dico? a tale altezza cominciano bensì le nevi eterne sulle montagne; ma non è già che vi regni in estate, stagione appunto di temporali, e nell’ore circa il mezzo giorno, in cui giusto sogliono questi formarsi, e massime i grandinosi, un freddo capace di congelare l’acqua, peggio poi le nubi, ossia i vapori vescicolari di cui sono composte: anzi si squaglia ivi pure ne’ bei giorni di Luglio e d’Agosto, ed anche in Giugno molta neve; sebbene non arrivi a struggersi tutta quella ammassata negli altri mesi, come abbiam già fatto osservare.