E quì ancora ci teniamo all’estimazione più moderata: giacchè seguendo le osservazioni e i calcoli d’altri Fisici e Naturalisti, che ci danno una non tanto grande differenza tra il calore delle pianure e quello delle montagne, e supponendo coll’Eulero e con altri mattematici, che il calore dell’aria, a misura che ci allontaniamo dalla superficie della terra decresca in progressione armonica, arriveremmo ad un’altezza forse doppia, cioè di 4000 e più tese, prima di trovare cotal temperatura di 0. R. Noi però lasciando questi calcoli fondati sopra a dei dati, che son poco d’accordo coll’esperienza, e riportandoci alle osservazioni dirette, ammettiamo col Sig. di Saussure, che il calore come si va all’alto, decresca in una progressione più rapida, la quale s’accosta molto alla progressione aritmetica: cosa che avean già notato altri viaggiatori delle montagne ed accurati osservatori, e segnatamente il Sig. De Luc nella sua grand’opera e molto istruttiva sulle modificazioni dell’atmosfera74; e l’ha per bastantemente provata anche il Sig. Kirwan, il quale in una recente operetta, quanto concisa, altrettanto profonda e piena di fatti giudiziosamente raccolti e confrontati colle migliori teorie, sulla temperatura dei climi75, asserisce „che il calore si osserva diminuire, ascendendo nell’atmosfera, in una progressione prossimamente aritmetica„; e fissa l’inferior limite della congelazione, dove e quando il calore alla superficie della terra sia 23 gradi R. o un poco più (qual trovasi essere appunto l’annuo calor medio sotto la linea) a 15577 piedi inglesi d’altezza, che corrispondono a circa 2400 tese francesi: il qual computo, come si vede, non s’allontana che pochissimo dal quì sopra esposto del Sig.