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      Or dunque ne’ paesi di pianura, e molto più in quegli altri, in cui abbianvi delle montagne, che alzino le vaste loro spalle e teste, non però tanto da mantenersi coperte di neve in estate, sarà ancora troppo scarsa l’altezza di 2400 tese sopra il livello del mare, perchè vi regni la temperatura del ghiaccio ne’ giorni e nelle ore in cui quella della pianura è di 26 o 27 gr. R., qual la proviamo talvolta, ed anche maggiore in luglio ed agosto, a mezzodì o poco dopo, e ne’ siti aperti: sarà, dico, ancora poca tale altezza, poichè basta appena colà sopra le ghiacciaie della Svizzera e della Savoja. Ma supponiamo pure, che basti anche quì tra noi: diamo dunque, per esser liberali, che la temperatura dell’atmosfera all’altezza di 2400 tese, dopo una serie di giorni caldissimi alla pianura, ai quali non è raro di veder succedere de’ temporali con grandine, sia di 0. R. basterà forse questa elevazione, e questo freddo per congelare le nubi e i vapori nel modo, che si richiede a formare appunto la grandine? per me dico e sostengo di nò: e ne addurrò quì tosto delle ragioni, che difficilmente si potrebbero abbattere.
      La prima è, che a stringere in vero e sodo ghiaccio i vapori, sia elastici, sia vescicolari, si ricerca nell’ambiente un freddo molto maggiore di 0. R.; in grazia del calor latente dei primi, che divien libero e sensibile allorquando si condensano in acqua, e molto più in ghiaccio; e di quello pure, che mandan fuori congelandosi i secondi: onde pochi pochissimi vapori passerebbero a questo stato di ghiaccio, e gli altri tutti manterrebbonsi non gelati, se il calor dell’ambiente non fosse che 0.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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