Oltre a ciò debbe considerarsi la resistenza, che al proprio agghiacciamento, e sì anche di pochi di loro, oppongono giusto i vapori vescicolari delle nebbie, o nuvole, le quali appunto non sono, che ammassi di cotesti vapori; come ha dimostrato il Sig. di Saussure79 e tutti oggigiorno con lui, e col Sig. De Luc80 riconoscono i fisici: sia poi, che tale resistenza al congelarsi venga dall’istesso calor latente che stenta a liberarsi; o dall’elettricità, di cui ridondano tali vapori vescicolari, e che li anima di una forza ripulsiva, contrapposta alla natural loro tendenza di unirsi simmetricamente in una massa concreta, cioè di gelare cristallizzando; o da che lo stesso fluido elettrico formi per avventura d’attorno a ciascuna vescichetta quella specie d’atmosfera, quel velo, di cui abbiam dato già altrove un cenno81. Qualunque sia delle indicate la vera cagione di un tal fenomeno; o vi concorrano tutte, oppur dipenda esso da qualche altra non ancora conosciuta, il fatto è, che una grande resistenza alla congelazione la manifestano, siccome abbiam detto, le nebbie e le nuvole; conciosiachè sopportino di leggieri un freddo di molti gradi sotto il 0. R. senza gelare. „Si veggono (dice il Sig. di Saussure82) galleggiare in aria delle nubi, anche negl’inverni più rigidi; e le nubi non son altro che degli ammassi di queste vescichette... E poco dopo: „appare eziandio, che l’acqua sotto questa forma ha la forza di resistere alla congelazione; poichè si vedono, come già dissi, delle nubi o delle nebbie composte di queste vescichette sostenersi nell’aria anche ne’ tempi, in cui il termometro è di molti gradi sotto il termine del ghiaccio„. Conviene quanto al fondo nella medesima osservazione il Sig.