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      Così è: questa nebbia gelata, che, qual brina più copiosa dell’ordinaria, s’applica dappertutto, e mano mano s’avanza, e pende in lunghi fili vagamente intrecciati da’ rami ec., ella è formata, se non di fiocchi completi, di vere stellette di neve, o simili a neve; e nasce da che le vescichette acquose, ond’è composta la nebbia, rotte e disfatte nel contatto dei corpi solidi, freddi essi pure di alcuni gradi sotto il 0. R., si congelano una dietro l’altra cristallizzando in bella forma; mentre le altre vescichette lontane da tai contatti, libere e intere, cioè il rimanente della nebbia, e i veri nuvoli sospesi in aria, non gelan per anco, e mantengosi, malgrado un egual freddo ed anche più acuto, nel loro stato di vapori vescicolari. Che se finalmente condensandosi anche questi, o pel freddo più intenso, che li sorprenda; o per azione dei venti; o per la perdita di quell’elettricità, che li rendeva mutuamente ripulsivi, e costituiva fors’anco la lor forma vescicolare, come altrove ho mostrato84 che v’è fondamento di credere; o per qualsiasi altra cagione; se, dico, condensandosi codesti vapori pensili in aria, e più freddi del semplice ghiaccio, vengano a rapprendersi, e con una regolare cristallizzazione a formare fiocchi di neve, manderan fuori tanto calore latente, che la temperatura s’innalzerà fino al 0. di Reaumur, o li presso, come vuole la teoria appunto di tal calore latente. Di quì quel raddolcimento dell’aria, allorchè dopo un freddo molto aspro, che va sotto cioè al limite della congelazione, il tempo si dispone a nevicare, e nevica in copia.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





Reaumur