Quante volte passeggiando sulle vette di questi monti, fresche sì, ma non a segno che vi geli, ove anzi la temperatura era di 10, 12 o più gradi sopra il 0., non è avvenuto a noi e ad altri di vedere addensarsi giù al basso e nelle gole stesse delle montagne altre nubi temporalesche, e balenare, e guizzar fulmini sotto ai piedi, nel tempo che si godea colassù di un bel sereno e del sole? Quante altre volte non vedemmo la grandine percuotere tutt’intorno la pianura, e le falde di una montagna fino alla metà, o più o meno della sua altezza, intatta rimanendone una gran parte verso la cima? Il che pur mostra, che se ben anche sorpassavano quella cima altre nubi temporalesche, quelle gravide di grandine non vi giungevano.
E infatti la nuvola grandinosa suol essere o la più bassa di tutte, o una almeno delle più basse; e ben la ravvisano, come già accennai, al suo colore bianco cinereo, e ad altri indizi i contadini, che impallidiscono e tremano indicandola; ed è per conseguenza tra le prime a scaricarsi, osservandosi che la grandine precede per lopiù la pioggia, sovente l’accompagna, e non mai, o quasi mai vien dopo, se tal pioggia è stata lunga e dirotta. Eppure sembra, che tal nube grandinosa dovrebbe trovarsi sopra, anzichè sotto le piovose; cioè colà, ove l’aria è naturalmente più fredda. Ma che? Se il fatto dimostra il contrario; e fa vedere e toccar con mano, che la regione ove si forma la grandine, è molto lungi dall’essere per se stessa così fredda da congelare i vapori, e formare prima il nucleo nevoloso, indi la crosta glaciale di cui ciascun grano è composto.
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