Riguardo alla prima ipotesi non contrasto io già che vi possano avere, e vi abbiano in effetto talora delle colonne d’aria discendenti,come ve ne hanno delle ascendenti; che anzi da quelle trarrò io stesso un gran partito per ispiegare certi fenomeni, che sogliono venir dietro a un temporale, e in specie quel vento freddo e secco, che gli succede, talvolta poche ore dopo la caduta di una folta grandine, tal altra, anzi più sovente, il giorno appresso. Ma accordando di buon grado, che abbia luogo in certi casi, come nell’ora mentovato, una discesa di qualche strato superiore dell’aria, non m’induco però facilmente a credere, che possa, giusto allora che sta formandosi un temporale, e qualche tempo prima quando l’atmosfera è in calma, lasciarsi giù di peso un sì enorme volume d’aria, quale richiederebbesi ad involgere tutta la massa di tal temporale, o almeno quelle nubi, che vogliamo agghiacciare e trasformare in grandine, e sì lasciarsi giù da tanto alto, quanto è elevata la regione, in cui regna il freddo a tal uopo necessario. Abbiam di sopra conchiuso, che richiedasi un freddo di 12 o l5 gradi R. sotto il punto della semplice congelazione dell’acqua, per cominciare a stringere i vapori di una nuvola e conformarli in fiocchi di neve, indi incrostarli di lamine di ghiaccio solido, siccome sono i grani di grandine; e calcolato abbiamo, che siffatta temperatura non può trovarsi nel furore dell’estate e nelle ore più calde a minore altezza di 3 in 4000 tese, se pur anche non richiedesi maggiore.
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