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      Per calar giù quello strato d’aria altissimo, tanto meno compresso dal rimanente della colonna atmosferica, dovrebbe essere sopraggiunto e compresso da un freddo molto più grande della natural sua temperatura; il qual freddo straordinario venisse a condensare tal aria più di quello ch’ella si trova, per l’anzidetta minor pressione, rarefatta rispettivamente agli strati inferiori, onde divenisse specificamente più grave: ma questo come accader può in così alta parte dell’atmosfera, ove non arrivano a farsi sentire, o poco almeno le mutazioni di temperatura, ed altre che accadono sulla terra, e nella bassa mezzana regione? per qual cagione adunque, per qual accidente diverrebbe moltissimo più fredda quell’aria, che lo è già tanto naturalmente, moltissimo, dico, cioè quanto fora necessario a renderla più densa e pesante degli strati inferiori?
      Che dirassi poi, se ben lungi che sianvi indizi di tale sbilancio e spostamento delle colonne d’aria, in modo che giù scendano gli strati altissimi, lo strato dell’aria che precede i temporali e continua un gran pezzo durante la lor formazione, fino cioè che son vicini o già cominciano a scoppiare, è d’ordinario uno stato di perfetta calma, almen sotto la regione di quelle nubi temporalesche, di una calma sovente affannosa? Cosa avvenga o avvenir possa intanto più alto, e sopra quelle istesse nubi, nol so, e non vuo’ cercare d’indovinarlo; ma certo pare che non si concilj facilmente con quell’inerzia e immobilità dell’atmosfera che quaggiù osservasi, uno scompiglio tale degli strati superiori, che quelli alti 4, 6, 7 miglia, abbiano a discendere per altrettanti, o poco meno, come si vorrebbe nell’ipotesi che sto combattendo.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382