Ciò che lo ritrasse da cotal gratuita supposizione si furono le più attente osservazioni sull’andamento de’ temporali; il riflesso, che abbiam quì sopra digià toccato, della strettissima connessione della grandine coi temporali, ossia coi fenomeni della strepitante elettricità, da cui è inseparabile; e soprattutto il non iscoprirsi nella regione dell’atmosfera superiore ai temporali grandinosi, nè la supposta caduta dei fiocchetti di neve e granelli gelati, nè lo strato di nubi distinte, da cui pretendesi di farli venire indosso alle basse nubi temporalesche: la qual caduta, e le quali nubi segregate altissime, dovrebbero pur vedersi, se esistessero. Per queste ragioni principalmente abbandonò egli l’antica sua ipotesi, e confutolla nell’altr’Opera assai più recente, che abbiam già avuto occasione di citare, in quel capitolo in cui si fa a parlare della grandine88. Converrebbe trascriverlo tutto; ma, per non esser troppo lungo, mi ristringerò a’ seguenti passi principali. „I temporali repentini, accompagnati da grandine e da tuono, sono ancora nel numero dei fenomeni, che ci mostrano quante cause ci restano a scoprire nell’atmosfera. La grandine è un sintoma di gran raffreddamento; ma d’onde procede questa causa immediata?.... quantunque io non pensi, che la grandine sia prodotta da un raffreddamento, che abbracci tutta la nuvola, credo nondimeno, che un fiocco di neve ne sia sempre l’embrione. II nucleo nevoso d’ogni grano di grandine, egli solo già indica questa origine. Ma inoltre io non saprei concepire altrimenti la formazione di una massa di ghiaccio solido nel seno delle nubi.
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