VI. 2.o Perchè i rudimenti della grandine, la base di ciascun suo grano, ciò che ne forma il nucleo, essendo un fiocco di neve, come la materiale inspezione lo dimostra; questo fiocco di neve vuol essere freddissimo, cioè concepire e ritenere un eccesso di freddo sotto il 0, sì se ha da ridurre ad agghiacciarsi una dietro l’altra varie pellicole d’acqua, che si tira addosso nell’attraversare la gran massa nuvolosa composta di vapori vescicolari non anco gelati, mano mano cioè che urta in queste vescichette e le rompe, e incontra altre goccie già formate: se ha, dico, tal fiocco nevoso a formarsi d’attorno la grossa crosta di ghiaccio, che gli dà la consistenza e la forma di grandine.
VII. Ma se tutto questo gran freddo non lo porta, e non lo dà la regione dell’aria, ove hanno stanza le nubi temporalesche, la quale è calda anzi 10, 12, 15 gr. sopra il punto della congelazione; chi lo darà a tutta la massa di queste nubi, o ad una parte di esse; e da qual causa mai potrà essere prodotto? Scenderà forse l’aria della superna regione da 5, 6 o più miglia d’altezza, di là cioè ove soltanto può credersi che regni un freddo di molti gradi sotto il 0. R., quale richiederebbesi all’uopo? Ma questa supposizione non può in alcun modo ammettersi, ed è contraria alle dirette osservazioni.
VIII. Come neppure può sostenersi, e viene egualmente contradetto dalle osservazioni, che i primi embrioni della grandine, i fiocchi di neve eccessivamente freddi, siccome esser denno all’effetto di cui si tratta, si formino essi colassù entro a nubi distinte, e di là piovano in seno alle basse nuvole temporalesche.
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