Tali nuvole cinerizie funeste, sa ben distinguerle il contadino attento osservatore de’ tempi, e dinotarle per quel che sono, per un ammasso cioè di grandine bella, e formata. Ma d’onde viene, ripeto, il freddo inconcepibile che le ha in tal modo agghiacciate? Come ha potuto sorprenderle nel cuor dell’estate, nel bel mezzo del giorno, in una regione molto inferiore alla ragion nivale?
A cotesta questione assai difficile da risolversi, io mi sono accinto altra volta a rispondere, parte adottando ciò che da qualche Fisico è già stato messo in campo, parte valendomi di altre osservazioni dirette, non che ad appoggiare la già tentata spiegazione, ma a darle nuova forma. Si è detto adunque non senza verisimiglianza, ed io con più fondamento ancora m’avanzo a sostenere, che un tale e tanto freddo può esser prodotto dall’evaporazione, che soffre la nube medesima già formata; evaporazione che io riguardo come estremamente rapida e copiosa nelle circostanze che vado ad indicare, e sono, 1.o i raggi del sole, che percuotono la parte superiore del nuvolo; di un sole sommamente vivo nelle ore, e ne’ giorni più caldi dell’anno, in cui sogliono appunto accadere più spesso i temporali con grandine: 2.o la grande rarezza e siccità dell’aria che sovrasta ad esso nuvolo; la quale straordinaria secchezza degli alti strati è comprovata e posta fuori d’ogni dubbio dalle moltiplici osservazioni dei due più grandi Fisici che siansi occupati delle modificazioni dell’atmosfera nelle diverse regioni sino alle più grandi altezze, cioè i Sigg.
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Fisico Fisici Sigg
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