Tutte queste circostanze che cospirano a promovere prodigiosamente l’evaporazione della nuvola temporalesca, segnatamente della sua faccia superiore, non potranno forse bastare a produrre nella mezzana regione dell’aria, in cui trovasi cotal nuvola sospesa, e ch’è già notabilmente men calda dell’infima regione, un freddo valevole a congelare il residuo di essa nuvola svaporante, od una parte almeno della medesima, la superficie cioè più esposta a tale evaporazione? A me sembra che sì. A chi però giudicasse ch’io le attribuisca troppo di poter refrigerante, e che? direi, non siam forse giunti a congelar l’acqua quaggiù anche in estate, mercè l’evaporazione dell’etere sulfurico, perciò solo, ch’ella è grande e rapida oltre modo? Ora un nuvolo nelle surriferite circostanze favorevolissime può bene andar soggetto ad un’evaporazione che uguagli, e superi pur anco quella dell’etere: e ciò basterebbe all’intento.
Che se si desiderasse una prova palpabile, una sperienza diretta comprovante che l’acqua si congeli effettivamente in conseguenza della sua propria evaporazione, ne potrei addurre più di un esempio; ma valga per molti quello, che ci offre una macchina idraulica ingegnosissima che trovasi impiegata nelle famose miniere di Schemnitz, e che porta il nome del suo inventore Hell, fratello del già celebre astronomo di Vienna. Questa macchina (tralasciando quì la descrizione, e l’uso della medesima) presenta un fenomeno il più sorprendente, ch’è la prova la più sensibile e più bella all’istesso tempo, del prodigioso raffreddamento, che può produrre l’acqua spruzzata nell’aria, mercè la pronta, e copiosa sua evaporazione.
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Schemnitz Hell Vienna
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