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      Ma d’uopo è ancora, che non sia la distanza tanto grande da togliere all’azion mutua di farsi sentire dall’un termine all’altro, in guisa di produrre l’effetto di cui si tratta. Or come supporre che le cose si trovino aggiustate così di tutto punto?
      Ai quali dubbj e difficoltà risponderò, ch’io non pretendo nè i due strati precisamente, detto già avendo che se ne possono formare di più, nè tale e tanta regolarità di posizione e di distanza, che altronde non è necessaria all’uopo; bastando che la descritta disposizione abbia luogo all’incirca, e nulla ostando qualche particolare varietà. Ma sia pure quella qualunque disposizione che si ricerca, difficile ad incontrarsi, e rara, difficilissimo anzi il concorso di tutte le circostanze favorevoli, secondo me, alla formazione della grandine e ad un insigne ingrossamento de’ suoi grani; che perciò? Varj anche sono i casi, in cui cade copiosa grandine e grossa, ne è dessa già un appannaggio di tutti i temporali, ma di alcuni solamente, e per nostra fortuna di pochi, in mezzo al gran numero, che ne abbiamo noi quì ogn’anno: appunto perchè o l’una o l’altra o molte di tali circostanze mancano per lo più, e solo per disgrazia e fatalità si combinano alcuna volta tutte a segno di portarci di quelle grosse gragnuole di cui parliamo.
      Del resto non so vedere perchè la disposizione delle nubi in due strati a un di presso orizzontali, separati da un intervallo assai grande senza essere immenso, ed elettrizzati l’uno per eccesso, l’altro per difetto ad un grado abbastanza forte, debba giudicarsi oltremodo difficile, e poco meno che impossibile; nè mi pare che una tal supposizione debba aversi per arbitraria, qualor si sifletta a quello che ho già fatto rimarcare, e che è uno dei punti, sui quali mi appoggio di più, cioè: che il sole, il quale sferza le nubi di prima formazione, onde risulta lo strato inferiore, promove e accelera di molto l’evaporazione della faccia superna di tal primo strato, risolve una gran parte di quei vapori vescicolari in vapor elastico: concorrendo a ciò, e l’aria secca che regna di sopra, e la costituzione propria di tali vapori vescicolari, e la loro mutua repulsione avvalorata dall’elettricità, conforme si è spiegato al principio di questa dissertazione100. Imperocchè comprendesi allora agevolmente che cotesti nuovi vapori elastici sollevandosi, incontrar denno tosto o tardi un’aria abbastanza fredda per condensarli un’altra volta in vapori vescicolari, e formarne a conveniente distanza un secondo strato nuvoloso somigliante al primo: con questa differenza però, che fa al nostro caso, cioè: che il testè formato in alto dispiegherà una forte elettricità positiva (qual è quella che sorge a dirittura da ogni condensamento di vapori in nebbia, o nuvoli), mentre il vecchio strato inferiore, scaricato già in parte, mercè di varie comunicazioni mediate, o immediate colla terra, ed esausto inoltre per l’anzidetta copiosa evaporazione, trovasi, non che privato della primiera sua elettricità parimente positiva, ma ridotto alla negativa, forte anch’essa101. Ecco dunque i due gran piatti, tra i quali danzano e saltellano i grani di grandine formati dianzi, siccome io penso, in seno alla nuvola inferiore, segnatamente sulla faccia che guarda la nuvola superiore, formati, dico, in forza del prodigioso raffreddamento cagionatole dall’evaporazione, come si è spiegato abbastanza.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382