Ora nei grani di grandine, che mostransi più trasparenti che opachi, in cui sono più le croste durissime di ghiaccio sodo, che le parti bianchiccie, molli, o spugnose, appare che questa del gelicidio ha prevalso all’altra foggia di congelazione.
Cotai grani di grandine trasparenti e cristallini tutti fino ad un picciol nucleo centrale, opaco, e bianco, che scopresi, spaccandoli, essere vera neve, sono i più frequenti, e soglion essere tutti di questa sorte ne’ fortissimi temporali, e quando cadono di un’insigne grossezza. Altre volte i grani, ancorchè di una mole considerabile, come nocciuole per esempio, si mostrano semi-trasparenti, od anche opachi, e biancastri in quasi tutta la sostanza, e appena in qualche parte cristallini, aventi però sempre il nucleo nevoso più o meno distinto. Questi grani, è da credere che siansi ingrossati massimamente colla congelazione successiva di vapori vescicolari, a foggia della nebbia gelata, di cui sopra. Ho vedute ancora delle grandini, in cui nella maggior parte de’ grani si alternavano, cominciando dal nucleo nevoso, gli strati trasparenti solidi cogli opachi men duri e bianchi: il qual accidente s’intende benissimo dalle cose dette poc’anzi, come abbia potuto aver luogo. Finalmente compajono ancora, rarissime volte però, delle gragnuole di grani anzi piccioli che grossi, i quali non hanno neppure il nucleo nevoso, e che si presentano quai globetti intieramente solidi. Di queste avrò occasione di parlare ancora in seguito. Non sono poi mai i grani di grandine, che si dicono sferici, di una sfericità perfetta; dalla quale se non si allontanano molto nella maggior parte dei casi, comparendo soltanto, od un poco ovali, o sferoidali alquanto compressi, altre volte ne si mostrano ora schiacciati sopra una faccia e quasi emisferici, or aventi più faccie, or a forma di lenti ec, per nulla dire di altre irregolarità più mostruose in certo modo, come quando si fan vedere angolosi, cornuti, od irti di più punte: i quali casi rarissimi concepir possiamo che nascano da fortuiti accozzamenti, dall’agglomerarsi ed innestarsi più grani in uno, ec., siccome di quelle altre irregolarità meno strane, di quelle compressioni, possono essere stati causa, o il troppo impeto con cui furon ballottati e lanciati, o dei colpi di vento, o qualche parzial fusione da essi sofferta, sia colassù tra lo danzare tumultuoso, sia vicino a terra, nel cadere framescolati a pioggia, od altro qual siasi accidente.
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