E non è già, che non domini molto l’elettricità in sì fatti temporali grandinosi; che anzi il mormorar quasi continuo de’ tuoni, e la frequenza dei lampi per assai lungo tempo, annunziano e mostranci evidentemente, che una prodigiosa quantità di fluido elettrico è messa in giuoco: eppure non avvengono scariche fulminee contro terra o poche, in tali circostanze, in cui parrebbe che dovessero essere frequenti. Ora si può render facilmente ragione di un tal fenomeno, tostochè si ammettono con me i due strati nuvolosi elettrizzati in senso contrario: basta dire, che siccome lo strato inferiore, dal quale si potrebbero temere i colpi di fulmine, rivolge allora la sua azione e forza principalmente verso lo strato superiore contrariamente elettrico; così le scariche si fanno dall’uno all’altro, anzichè contro la terra; i nuvoli o si saettano fra loro, o con ampj e più facili trascorrimenti van ripartendosi lo stesso fluido fulmineo già cotanto sbilanciato: quindi quei lampi frequenti e quasi continuati: quell’infocamento che talora appare di questo o di quel tratto, e fin di tutta la volta nuvolosa; quel mormorar sordo e come da lontano del tuono105 (e ciò perchè gli scoppj accadendo al di sopra dello strato nuvoloso a noi più vicino, questo ne smorza il suono, che dee giungere al nostro orecchio); quel mormorar, dico, quasi senza intermissione; quel fremito del cielo e dell’aria, che ci atterrisce, e ch’io non saprei descrivere: sintomi tutti che minaccian grandine, e grandine copiosa.
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