Con tutto questo ella non va esente, il vedo, da qualche difficoltà; e altronde si trova appoggiata a sole congetture, molte in vero e plausibili, ma non ancora ad alcuna osservazione diretta che la dimostri, e la renda così evidente da non lasciar luogo a dubitare. Eccone però una che toglierebbe qualunque dubbio e finirebbe di convincerne, se essa fosse ben certa e confermata. Molte persone assicurano aver sovente inteso all’accostarsi della grandine, e sì anche un tempo considerabile avanti la sua caduta, un certo strepito o scroscio nella nube che comparivane carica, somigliante a quello di un mucchio di noci che venissero sommosse, oppur versate da sacchi. Se questo scroscio pertanto non era l’effetto, come potrebbe sospettarsi, della grandine già cadente e percuotente la terra in altri luoghi più o meno lontani; se, come tali persone sostengono, si sentiva molto prima che essa grandine avesse cominciato a sfogare; se veniva tal rumore manifestamente dall’alto108; è chiaro che ciò non potè essere altro che il ballo tumultuoso della grandine medesima, quale io lo suppongo, cioè il romore cagionato dalla collisione dei grani di questa, già grossi e solidi, dal cozzar fra loro nell’andar e venire in folla e in furia da un nuvolo all’altro cacciati e ricacciati più volte, prima di trapassare la nube inferiore, e venir a battere la terra cadendo.
Se qualcuno fosse così ardito di montare in un pallone aereostatico in mezzo ad un gran temporale, fino ad attraversare il primo strato nuvoloso, quale spettacolo imponente non gli offrirebbe il combattimento delle nubi, le varie loro incursioni, il fuoco elettrico versato a torrenti, ec.
| |
|