Dopo tutto questo bisogna pur convenire, che se non può dirsi ancor dimostrata, è resa sommamente probabile anche questa parte della mia teoria, che riguarda la lunga sospensione in aria e la danza sostenuta della grandine che va ingrossandosi. Le altre parti risguardanti l’esistenza delle due contrarie elettricità in nuvole o strati nuvolosi separati a varj intervalli, e il freddo intensissimo, onde è compreso uno almeno di questi strati, cioè l’inferiore, o sia quello in seno a cui formansi i fiocchetti di neve, primi embrioni di essa grandine, non han bisogno, mi lusingo, dopo le cose dedotte negli antecedenti articoli, di ulteriori prove. Non posso abbandonare questo soggetto senza risolvere alcune delle principali difficoltà, che non ho per anco prevenute, e rispondere a due o tre altre questioni. Come mai, dirassi, si può concepire che due strati nuvolosi contrariamente elettrizzati si tengano giustamente alla distanza richiesta per attrarre, e rispingere alternativamente da prima i semplici fiocchi di neve, in seguito questi medesimi intonacati di ghiaccio sodo, e trasformati così in grani pesanti di grandine, senza permettere loro di cadere a terra; e ciò per un tempo lunghissimo? Non è egli evidente, che tali strati di nubi attraendosi, s’accosterebbero e si confonderebbero ben tosto in una massa?
Si può rispondere a questa obiezione, che il nuvolo inferiore non è attratto soltanto dal superiore elettrico contrariamente, ma ben anche dalla terra, particolarmente dalle montagne, dalle foreste, ec., alle quali veggiamo che le nubi si accostano e si attaccano di preferenza; e che in tal maniera può essere cotesto nuvolo inferiore contrabbilanciato; non altrimenti che può esserlo ancora il superiore da un terzo che lo attragga in senso contrario.
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