Tutto questo lo abbiamo spiegato più ampiamente al principio di questa sezione e messo sott’occhio col paragone ancora di analoghe sperienze fatte coll’elettricità artificiale, coll’esempio cioè de’ due piattelli elettrizzati, quel vicino od annesso all’elettrometro in meno, l’altro superiore portato a diverse distanze in più ad un grado più forte: e i cambiamenti e passaggi, spesso sì frequenti in certi temporali, dall’una all’altra elettricità opposta, imitati così bene con tali esperienze dei piattelli, ci hanno servito di prova dimostrativa dell’esistenza in sì fatti temporali di due strati o ammassi di nuvole contrariamente elettrizzati. Riguardo però all’essere piuttosto l’inferiore che il superiore elettrico in meno, convengo che nulla potrebbe inferirsi nè da queste sperienze nè da quelle osservazioni. Ma le ragioni, e, posso dire, le prove altronde dedotte per istabilire che sia proprio l’inferiore strato quello, in cui ha preso luogo l’elettricità negativa, son tali e tante (raccolte nelle altre due sezioni di questa memoria, e sviluppate già in gran parte nell’ottava mia lettera sulla Meteorologia elettrica) che pare non se ne possa dubitare; e un indizio ne abbiamo ancora da ciò, che, come testè dicemmo, in mezzo ai varj cambiamenti che accadono duranti i grossi temporali, i nostri conduttori atmosferici soglion darci più segni di cotesta elettricità negativa, che della positiva.
Non è dunque un obiezione che valga contro l’elettricità per difetto delle nuvole inferiori, l’osservarsi talvolta, ed anche non di rado, segni di quella per eccesso; all’incontro n’è una conferma il vedere che si abbiano più spesso o più lungamente i segni appunto di essa elettricità per difetto.
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Meteorologia
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