Tali nuvole poi semplici, che regnano d’inverno, appunto perchè semplici, soglion dare segni costanti, avvegnachè deboli, di elettricità in più, che è l’elettricità originaria delle nubi egualmente che delle nebbie, l’elettricità che risulta immediatamente dalla condensazione dei vapori, come sappiamo.
Non voglio dissimulare che si presentano anche d’inverno, sebben di rado, alcuni nuvoli più scuri, e più fortemente elettrici, fra i quali ve ne ha talvolta che lo sono in meno. Son questi d’ordinario nuvoli che vanno a portarci della neve, nuvoli che hanno qualche cosa di un aspetto temporalesco. Nondimeno, come la loro elettricità non è ancora abbastanza potente per sostenere in aria i fiocchi di neve, e come poi manca quell’altro strato superiore di nubi separato da un giusto intervallo, ed elettrizzato in senso contrario, capace di attrarre e repellere alternativamente per un tempo abbastanza lungo questi fiocchi, di ballottarli, di far loro fare la descritta danza (danse des pantins), ecco che cadono essi quali sono al momento di lor formazione, o poco dopo, senza aver potuto rivestirsi di lamine d’acqua congelata, e formare con ciò dei grani di grandine; tutt’al più giungono, e ciò solamente allorchè l’ammasso di nuvoli ha un poco più l’aria temporalesca, a convertirsi in quella specie di granellini gelati (grésil), che è media fra la neve e la grandine: fenomeno che, rarissimo esso pure d’inverno, accade più sovente in primavera ed in autunno, come è facile comprendere da ciò, che or ora si è detto.
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