Ecco come si può render ragione del comparir così di rado temporali nell’inverno109, e del non cadere mai, o quasi mai una vera grandine in tale stagione; quantunque cada tanta neve, che è per se stessa sì vicina, e, diciamo pure, parente della grandine medesima, tanto per la sua origine quanto per la sua costituzione; che è in somma il suo primo rudimento e la sua base. Ma d’onde viene, si potrebbe ancora domandare, che ne cade rare volte anche in mezzo ai più forti temporali nelle altre stagioni: e che non ne cade mai o quasi mai in molti paesi? Parrebbe in fatti, non considerando che superficialmente le spiegazioni che io ho date della formazione e della ritardata caduta della grandine, per cui ha luogo il suo ingrossamento, che un gran numero di temporali, anzi la maggior parte, dovessero portarcene in quantità, e di una grossezza più o meno grande: ciò che per fortuna non accade, essendo anzi rari i casi funesti.
Ma convien riflettere meglio, e richiamarsi quante circostanze sono richieste perciò; le quali difficilmente possono incontrarsi tutte ad un tempo, come abbiamo già fatto osservare: circostanze che non sono già richieste per tutti i temporali (bastando un sol nuvolo denso e ridondante di elettricità a segno di dar qualche tuono o lampo, per costituire un piccolo temporale; ed uno, o più gruppi, od un più ampio ammasso di tali nuvoli collocati e disposti in qualsisia modo, animati però di un’elettricità strepitante, per que’ temporali più grandi ed estesi che recano maggiore spavento), ma che si ricercano, secondo me, perchè nel temporale vada formandosi ed ingrossando la grandine.
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