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      Così è: queste grosse goccie isolate voglionsi riguardare, in molti casi almeno, come altrettanti piccoli grani di grandine liquefatti durante la loro caduta attraverso l’aria calda, che si trova fra la terra e lo strato nuvoloso inferiore. Ed ecco perchè non cade giammai quella piccola grandine imperfetta, che ha nome presso noi di neve gelata (gresil) in estate ne’ climi caldi, come il nostro: giacchè ne’ climi più freddi questa minuta gragnuola è frequente, anche in estate, potendo attraversar l’aria senza fondersi. Da noi al contrario in tempo dei forti calori non vi sono che i grani di grandine di una certa grossezza e consistenza, che possano giungere fino a terra, senza venire intieramente squagliati.
      Ciò che ho detto quì de’ piccioli grani di grandine, si applica così facilmente ai semplici fiocchi di neve, che non ho bisogno di trattenermi per rispondere in particolare a quest’altra questione che è l’inversa della precedente, in cui si cercava perchè non cada grandine da noi in tempo d’inverno. È perchè dunque non cade egli mai neve in estate, quando pur è manifesto che se ne forma, singolarmente in certe nubi temporalesche, e che fiocchi di neve, come tante volte si è detto, sono gli embrioni della grandine, ciascun grano di essa presentandoci un nucleo nevoso? La risposta è la medesima della sopra recata: il calore dell’aria nella bassa regione, che può fondere e fonde sovente i piccoli grani di grandine, non può mancar di squagliare molto più facilmente i semplici fiocchi di neve, quando avvien che cadono prima di essersi intonacati di una lamina solida di ghiaccio abbastanza grossa; non è che in quest’ultimo caso, in cui abbian preso una consistenza e grossezza considerabile, che possono sostenersi contro il calore degli strati d’aria più bassi, in guisa di arrivare fino a terra tuttora agghiacciati.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382