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      Dico probabilmente, e forse solo in parte, perchè a formare un’accertato giudizio, che le Aurore boreali sian veri e semplici fenomeni elettrici, mancano le prove sicure e dirette, e solo abbiamo argomenti d’analogia: nè questa analogia pure, fondata sopra quante si vogliono apparenze e somiglianze, le quali potrebbero essere soltanto imponenti, può dirsi compiuta, come mostrerò forse prima di finire la presente. Intanto dirò a VS. Illustr. che una parte dell’anzidetta continuazione di lettere, e singolarmente quella che tratta del presente argomento, è già stesa, non che abbozzata, da quattro e più anni, alcuni squarci della quale furono da me inseriti e letti in un discorso, che tenni, ha più di un anno115 in una delle nostre pubbliche adunanze per occasione di una promozione Accademica. Comincio in quella scrittura dal confutare, non senza qualche tocco di satirica derisione l’opinion di coloro, i quali ogni ignea meteora attribuiscono senza criterio e distinzione al fluido elettrico, segnatamente le Stelle cadenti o i Bolidi, ossia globi volanti di fuoco, e ogni fatta di fuochi fatui, e per poco non gli attribuiscono e tremoti ed eruzioni vulcaniche e le fiamme dei terreni ardenti; che infatuati solo d’elettricità, ogni favilla, ogni fiamma, che lampeggi in Cielo o in Terra hanno per fuoco elettrico. Indi passando alle Aurore boreali, dico ivi, come dico anche quì, non esser provato abbastanza, e in niun modo constare, che esse provengano da elettricità, e neppure che abbian questa per concomitante.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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