Il perchè penso io, quando pubblicherò nella continuazione delle già dette lettere, le mie, che dir posso già vecchie idee sull’Aurora boreale, d’inserire ove VS. Illustr. mel permetta qualche passo dell’esimia sua Operetta e forse tutto lo squarcio dalla pag. 61 a tutta la pag. 64 cioè dal §.: Ora si applichi tal legge fino al §. Nulla di meno non credo privo d’influenza.
Una cosa sola trovo nella sua bella spiegazione, che non mi finisce, e lascia molto dubbio che le cose non procedano nel modo che viene da lei descritto. Ella adduce sì ottime ragioni ed induzioni, come ho pur ora detto, confermate dall’osservazione, per dimostrare tanto l’affollamento straordinario di vapori verso i poli, quanto il loro subitaneo condensamento nelle stagioni appunto, in cui sogliono più di sovente apparire le Aurore boreali. Questa pressura però di vapori, a così spiegarmi, che accader deve, se bene si esaminano le cagioni fisiche, e accade infatti, se ci riportiamo all’osservazione medesima, nella bassa e nella mezzana regione dell’atmosfera, veggio bene come debba produrre le nebbie foltissime e i nuvoloni, i temporali e le grandi burrasche, che sono sì frequenti e sì terribili in quelle parti di mondo; ma non comprendo ancora come abbiano ad esser causa delle Aurore boreali, le quali tengono la loro sede nell’altissima regione, negli ultimi strati, e quasi fuora dell’atmosfera terrestre, ove non che affollarsi, non è credibile, che neppur giungano gli acquei vapori, o seppur ve ne giungono dispersi, e, a così dire, raminghi, debbono essere ben pochi.
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Aurora Operetta Aurore Aurore
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