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      Infatti Riccioli, che ha misurato frequentemente l’altezza delle nubi, assicura di non averne mai vedute a più di 5000 passi geometrici, ossia 5 miglia da terra: e poco maggiore è l’altezza che loro accorda Bouguer, seguito in ciò da De Luc, da Kirwan, e generalmente da tutti i Fisici: cioè al sommo di 4400 tese sopra il livello del mare.
      Saussure osserva, è vero116, che certe nubi molto rare a guisa di leggier velo compaiono sovente molto più alte, e che possono esistere fino a 13500 tese, che sarebbero più di 16 miglia italiane, al di sopra della superficie del mare; e quanto ai vapori elastici, che non sono punto nebulosi, è persuaso, che possano ascendere dipiù ancora, e tenersi disciolti in un aria estremamente rara, in pochissima quantità però. Ma questi come si comprende non fanno al caso, e perchè troppo scarsi e perchè non si condensano in nubi: dalla quale condensazione soltanto potrebbe nascere quella ridondanza e trascorrimento di fluido elettrico, che VS. Illustr. suppone formare le Aurore boreali. Difficilmente ancora m’indurrei a credere, che bastar potesse a profonder tanto fuoco elettrico, quanto n’è d’uopo, quel sottil velo di nube rara e quasi trasparente, poco sopra indicato, appunto perchè sì tenue, a cui se vogliasi ben anche concedere l’altezza massima, che gli assegna Saussure, di 16 miglia circa, quanto noi siam lontani ancora da quella sublime regione delle Aurore Boreali? Ve ne avranno per avventura delle men alte, come può ricavarsi da alcune osservazioni, ma d’ordinario l’inferior limite loro stà a più di 300 miglia italiane d’altezza perpendicolare, ove, se pur vi giunge l’aria di questa nostra atmosfera, debbe trovarsi di un’estrema rarezza, e certo poco carica di vapori acquei, se non vuol dirsi affatto spoglia, e talvolta a 600. 800 miglia, ed oltre.


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Collezione dell'opere del cavaliere conte Alessandro Volta patrizio comasco
Tomo Primo - parte seconda
di Alessandro Volta
Editore Romei Firenze
1858 pagine 382

   





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