Se l’aria è secca molto, lo si vedrà sostenersi per più minuti, ed anche qualche ora; all’incontro se è molto umida, alcuni secondi solamente: anzi ove l’isolamento sia di vetro nudo, e per sorte non della migliore specie di vetro, avverrà ne’ tempi e luoghi estremamente umidi, che si abbatta il pendolino del tutto in uno o due secondi, ed anche meno. Però è che trovo molto meglio, siccome per tutte le altre sperienze elettriche, così particolarmente per quelle di cui ora si tratta, d’impiegare un qualche migliore isolamento, servendomi a tal uopo di bastoni di vetro coperti di più mani di buona vernice d’ambra, o incrostati di ottima ceralacca: ho allora il vantaggio, che anche nell’estrema umidità riman teso ossia sollevato di alcuni gradi l’elettrometro, annesso al conduttore in tal guisa isolato, per più secondi dopo ricevuta l’elettricità; ma ho da un’altra parte l’incomodo che di troppo lunga durata è poi cotesta elettricità infusavi, ogniqualvolta l’aria non è gran fatto umida; e molto più nel gran secco, sostenendosi allora dei quarti d’ora, e delle ore intiere.
Il tempo pertanto compreso tra alcuni secondi, ed una o più ore, forma in queste sperienze la scala igrometrica la quale, come si vede, è di una grandissima estensione; tale anzi, che diventa sommamente incomoda e impraticabile, niuno per avventura ritrovandosi che volesse condannarsi per una semplice prova igrometrica di questo genere ad un osservazione sì lunga e nojosa. In altre è d’uopo dell’arredo di una macchina elettrica, o di un buon elettroforo per ogni volta, e dovunque voglia instituirsi una simile sperienza; ciò che la rende oltre modo imbarazzante: sicchè, anche per questo, chi mai vorrebbe intraprenderne una serie?
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