Intorno alle quali sperienze opportuno mi sembra di osservare, che se si concepisce pur facilmente con un poco di riflessione, come dovendo tragittare una copia considerabile di fluido elettrico per un corpo non molto permeabile, quali sono i conduttori imperfetti, si divide esso, e scomparte, per incontrare nel totale una minore resistenza, in molti rivi; non si sarebbe per avventura creduto, nè forse io medesimo immaginato avrei e creduto, se l’esperienza non mel mostrava, che l’istesso succedesse anche ad una picciolissima quantità di questo fluido. Ma pure è così: allorquando la carica, o di un conduttore semplice, o di uno unito a qualche boccia di Leyden, è così debole, che non se ne può ottenere scintilla sensibile, bastando essa appena a vibrare di 10 o 12 gradi l’elettrometro sensibilissimo di Cavallo, cioè a far divergere i pendolini di 5 o 6 linee; anche allora una lista di carta, di cuojo, di balena ec. che sia più larga, o assai più grossa, ma singolarmente più larga, offre più facile e più sollecito passaggio a questa cotanto debole elettricità sicchè giunge a dissiparla in più breve tempo di quello faccia un’altra lista, in tutto il resto eguale, ma più stretta o molto più sottile. Il che mostra ad evidenza, come anche la scarsissima dose di fluido elettrico, che se ne va via in ciascuno dei molti istanti, pe’ quali dura il disfacimento di così piccola elettricità, che se ne va via, dico, condotta da quell’imperfetto deferente, vi s’incammina e scorre non già ristretta ed unita in un sol filo, ma bene diffondendosi a tutta la larghezza di tal corpo, e investendone tutti quanti i fili; non altrimenti che a gran larghezza d’acqua si diffonde (come abbiam veduto, e già si sapeva) un grosso torrente dello stesso fluido elettrico, per procacciarsi un più libero e pronto tragitto.
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Leyden Cavallo
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