Ma se per questa parte è utile che s’unisca la boccia di Leyden al conduttore isolato, il qual comunica coll’elettrometro, acciò vi si sostenga per un tempo misurabile, cioè alcuni secondi almeno, l’elettricità provocata a scaricarsi col toccamento d’uno o dell’altro di tai deferenti anche molto umidi; divengono per un’altra parte imbarazzanti tali prove a cagione degli apparati e preparativi necessarj, mentre appunto richiedesi oltre il resto anche una boccia di Leyden.
Ho dunque pensato a far senza di tutti questi apparati, cioè di macchina elettrica o di elettroforo, di conduttore, d’isolatore, di boccia; e ad eseguire le stesse prove elettrico-igrometriche col semplice elettrometro di Cavallo tascabile, con quel sì comodo e prezioso stromento, di cui facciam in oggi sì grand’uso, tanto per le osservazioni giornaliere intorno all’elettricità atmosferica, quanto per molte altre sperienze di elettricità artificiale. Quest’elettrometro, per poco che sia ben costrutto, riceve prontamente l’elettricità da un bastone di ceralacca, il quale altronde si eccita con somma facilità mercè di stropicciarlo colla mano, con carta, contro le vesti non umide, ec. riceve, dico, il nostro elettrometro di leggieri tanta elettricità quanta è necessaria a far divergere i suoi pendolini (sian questi semplici paglie alla mia maniera, sian listerelle di foglia d’oro alla maniera di Bennet, sian fili metallici terminanti in pallottoline di midollo di sambuco all’antica foggia di Cavallo e di Saussure) il più che diverger possono, cioè 6, 8, 10 linee, che segnano secondo la mia scala 12, 16, 20 gradi, e ad innalzarli anche di più, se il permette la capacità della boccetta in cui son chiusi: ricevuta la quale elettricità la conserva esso elettrometro così bene, che trovasi di non averla perduta ancor tutta a capo di parecchi minuti secondi, ancorchè stato sia lungamente e continui a star esposto ad un’aria sommamente umida, sol che non venga visibilmente bagnato.
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Leyden Leyden Cavallo Bennet Cavallo Saussure
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